
M*** è un tentativo di creare una serie di visioni sulla Modena degli anni Venti e Trenta: una città che nel film assume una forma “doppia”. Da una parte la città re-inventata dallo scrittore Antonio Delfini, dall’altra la città nella sua immagine ufficiale, quella proposta dalla propaganda fascista. Questa dicotomia fonda la struttura del film, che segue due livelli di narrazione, due percorsi distinti che procedono parallelamente, s’incrociano, e si negano reciprocamente nell’alternare le visioni delfiniane e le rappresentazioni di un fascismo che celebra se stesso. Il primo percorso intende ricreare il rapporto tra Delfini e la sua città, con la rielaborazione delle immagini fotografiche e filmiche, le musiche e gli effetti sonori. Un rapporto di amore e odio, di speranza e delusione, di continua ispirazione ma anche di necessità di dominio e di distacco. I testi di Delfini ci guidano negli spazi di una città impossibile, sconvolta nell’architettura e nell’urbanistica. Vediamo una città che solo Delfini può inventare, cogliendo frammenti di realtà e ricomponendoli in un collage fantastico. Il secondo percorso segna l’ascesa del fascismo nella sua trasformazione da movimento rivoluzionario, a cui lo stesso Delfini aderisce, a regime, dal quale prende le distanze in maniera sempre più decisa. Veri e propri documenti di questo passaggio cruciale sono le schegge dei cinegiornali dell’Istituto Luce: immagini, voci e musica, sostanzialmente presentati nella loro forma originale. I filmati ci immergono nel contesto storico in cui lo scrittore opera, ma soprattutto sono una rappresentazione di Modena e del fascismo, antitetica a quella dello scrittore. Anche la città che il fascismo mostra non è reale, uno spazio urbano ridotto a location degli spettacoli di regime, cerimonie e rituali che si svolgono per le strade e dentro l’Accademia militare. M*** presenta immagini della città rare e inedite provocando un cortocircuito di visioni per stupire, emozionare, persino scandalizzare l’occhio e il senso comune. Perché si può scoprire come dentro le immagini di un luogo si nascondono punti di vista altri e nuove prospettive di osservazione.