Nota bio-bibliografica

Stefano Calabrese è Professore Ordinario di Critica letteraria e letterature comparate (L-FIL-LET/14) presso l’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia, in cui insegna Comunicazione narrativa e Medicina narrativa ed è Presidente del Corso di Laurea Magistrale Media Education per le Discipline letterarie e l’Editoria; inoltre è docente di NeuroHumanities e Comunicazione multimediale nell’Università Suor Orsola Benincasa di Napoli e Analisi dei testi mediali nell’Università IULM di Milano. È membro del comitato scientifico di diverse riviste di Fascia A, come Enthymema, Letteratura e Letterature, Symbolon; dal 2021 è Presidente della Consulta di Critica letteraria e letterature comparate e Direttore della Rivista di Fascia A Comparatismi. Inoltre è membro del Scientific Committe Chairs della RIUL-Red Internacional Universidades Lectoras, del gruppo di ricerca internazionale ROBOMORE – affiliato all’associazione euRobotics AISBL – coordinato dal Prof. Cristian Secchi, presso l’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia (sezione narratologia), del gruppo di ricerca internazionale “Eutanasia” (diritto, medicina, bioetica, filosofia, letteratura, cinematografia), coordinato dal Centro di Ricerca interdipartimentale dell’Università della Calabria, e del Centro interdipartimentale sulle Digital Humanities dell’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia (DHMORE).

È stato l’ideatore e il Direttore di molteplici corsi post-lauream attivati presso il Dipartimento di Educazione e Scienze Umane dell’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia: il Master di I livello in Medical Humanities (a.a. 2019/2020; a.a. 2020/2021), il Corso di Perfezionamento in Narrative Medicine (a.a. 2019/2020; a.a. 2020/2021), il Corso di Perfezionamento in Teatro di animazione in funzione terapeutica (a.a. 2019/2020; a.a. 2020/2021), il Corso di Perfezionamento in Metodologie didattiche innovative e Medical Humanities (a.a. 2019/2020; a.a. 2020/2021), il Corso di Perfezionamento in Tutorship in medicina (a.a. 2019/2020), il Corso di Perfezionamento in Bioetica (a.a. 2020/2021; a.a. 2021/2022), il Corso di Perfezionamento in Media Education per la Scuola (a.a. 2020/2021), il Corso di Perfezionamento in Medinicina narrativa e drammaturgia in funzione terapeutica (a.a. 2021/2022). Insieme al Rettore dell’Università degli Studi Suor Orsola Benincasa di Napoli, Lucio d’Alessandro, è Direttore scientifico del Master di I livello in Medical Humanities. Esperto in scienze umane applicate alla cura nel settore socio-sanitario ed educativo (a.a. 2019/2020; a.a. 2020/2021; a.a. 2021/2022; a.a. 2022/2023).

Si è laureato in Lettere moderne nell’Università di Bologna con Ezio Raimondi e, dopo aver lavorato per un triennio nella redazione dell’editrice Il Mulino, ha insegnato Teoria della letteratura presso la Facoltà di Lingue e letterature straniere dell’Università di Udine sino al 2004; a partire da questo anno è stato titolare di numerosi insegnamenti presso dell’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia (Semiotica del testo, Retorica e Narratologia, Letteratura per l’infanzia, Scrittura e lingua italiana, Comunicazione narrativa), dove è stato Direttore della Scuola di dottorato in Scienze Umanistiche dal 2007 al 2016; ha insegnato Letteratura per l’infanzia e giovanile comparata nella Libera Università di Bolzano (sede di Bressanone) dal 2011 al 2019, e Semiotica nell’Università IULM di Milano dal 2009 al 2020.

Un primo ambito di ricerca è stato rivolto alla letteratura barocca e al racconto di magia, in particolare alla fiabistica di Giambattista Basile in una prospettico etno-antropologica che identificasse le strutture permanenti della fiaba, ma altresì alla letteratura per l’infanzia in senso comparato e multimediale, soffermandosi soprattutto sull’immaginario fiabesco, la morfologia del romanzo per l’infanzia otto-novecentesco e le modalità di interpretazione dei bambini nel corso della formazione primaria (di qui i volumi Gli arabeschi della fiaba. Dal Basile ai Romantici, Pacini editore, 1985; Fiaba, La Nuova Italia, 1996; Letteratura per l’infanzia. Dall’Unità d’Italia all’epoca fascista, BUR-Rizzoli, 2011; Letteratura per linfanzia. Fiaba, romanzo di formazione, crossover, Pearson-Bruno Mondadori, 2013).

In seguito ha affrontato ricerche di teoria della letteratura e metodologia critica, approfondendo in particolare la riflessione poststrutturalista sul modo in cui si concepiscono le nozioni di testo, autore e lettore (di qui i volumi da lui pubblicati in questa prospettiva: Una giornata alfieriana, Il Mulino, 1989; L’idea di letteratura in Italia, Bruno Mondadori, 2000; La comunicazione narrativa, Bruno Mondadori, 2010; Manuale di Comunicazione narrativa, Pearson, 2019).

Un terzo ambito di ricerca ha riguardato la teoria e la storia del romanzo occidentale moderno e contemporaneo, con contributi indirizzati specificamente alle testimonianze di patologie immedesimative della lettura romanzesca nei secoli diciottesimo e diciannovesimo, alla formattazione “clanico-familiare” dei cicli romanzeschi europei nel secolo diciannovesimo, al ricodificarsi del romanzo occidentale contemporaneo. Di qui i contributi, poi apparsi anche in traduzione inglese, nei volumi I e III del Romanzo a cura di Franco Moretti (Einaudi, 2001-2003) e il volume Intrecci italiani (Il Mulino, 1997).

Attualmente, le aree intorno a cui gravitano i suoi studi riguardano:

  • Il visual storytelling: nello specifico, l’immagine come intreccio di codici intersemiotici; l’utilizzo del linguaggio iconico finalizzato alla creazione di intertesti narrativi, in collaborazione o in assenza di contributo verbale; l’albo illustrato e il graphic novel come morfologie di attuale grande fortuna e divulgazione editoriale; l’individuazione delle funzionalità neurocognitive per una definizione neuroestetica del figurativo; il disegno sequenziale.
  • Lanarrative medicine: teorie e usi della narrazione come strumento di sostegno in campo terapeutico, per mezzo dello sviluppo di competenze della sfera emotiva e cognitiva: elaborazione di ipotesi sperimentali sui risultati benefici dell’atto del narrare, rispetto agli stati emotivi di sofferenza e ai processi cognitivi interrotti o ritardati di persone con difficoltà, traumi o vere e proprie patologie.
  • La neuronarratologia:  gli effetti della fiction (romanzi, film, serial TV) a livello neurocognitivo in termini di incremento dell’empatia, diversificazione dei trasmettitori neurochimici, consolidamento del Sé, miglioramento delle capacità di mind reading e problem solving.
  • La narratologia interculturale: lo studio del ruolo delle narratives per preservare la memoria culturale, dando luogo a ricerche mirate a definire la relazione tra habitat e storytelling; il rapporto tra evoluzione biologica, cultura e narratologia, la relazione tra area geografico-culturale e storytelling, le differenze tra diverse modalità narrative sotto forma di life narratives, romanzi, autobiografie, che emergono in base al contesto geografico, culturale e sociale.
  • Le morfologie della globalizzazione: le principali caratteristiche del romanzo globale; i nuovi fenomeni di traduzione, serializzazione, rimediazione; l’inedita parcellizzazione del testo nelle diverse eco mediatiche del transmedia storytelling; il ricorso al realismo magico come modello antropologico e cognitivo di addomesticamento del reale; la nuova conversione a ruolo attivo del lettore e delle fandom, capaci di influenzare con i social network i plot delle narrazioni di maggiore successo.
  • La neuroretorica: il ruolo della retorica nel settore umanistico e nella pubblicità degli ultimi decenni e i fondamenti sistematici della neuroretorica.

In tutti questi ambiti di ricerca, Stefano Calabrese ha curato soprattutto l’aspetto metodologico, attraverso una prospettiva profondamente innovativa per il settore della Critica letteraria e delle letterature comparate, applicando i risultati provenienti dalle neuroscienze e dal cognitivismo ai testi. La narrazione, infatti, non è solo un fenomeno strettamente correlato alla natura e all’evoluzione umana, ma pervade ogni aspetto della vita sociale e individuale, e non a caso la pratica dello storytelling è assunta come oggetto di studio da un sempre più ampio range di discipline nella comunità scientifica internazionale – dove gli psicologi non sono i soli ad adottare una base narrativa per i loro test e a rivalutare il ruolo assunto dalle life stories nei processi terapeutici –, sino a giungere alla costituzione della neuronarratologia, ambito fondato in Italia da Stefano Calabrese.